Il Patrimonio artistico
Questo ex complesso monastico nel cuore della Brianza si presenta sempre molto interessante al visitatore: infatti è possibile ripercorrere in loco la lunga storia dell’abbazia dal Medioevo fino alla soppressione, avvenuta nel 1798.
La Fondazione avviene nel lontano 1102 e quello che rimane di questo primo periodo medioevale si nota guardando il portale romanico della Chiesa e altri resti, come la torre campanaria, alcuni tratti di muratura e parti del chiostro grande.
In seguito, soprattutto dal Rinascimento in poi, si registra nell’abbazia una consistente opera di stratificazione edilizia, con ampliamento dei fabbricati e di conseguenza una ri-qualificazione dei cicli decorativi. Prima della soppressione, l’ultima felice stagione artistica del Settecento, si nota nella chiesa pubblica dedicata ai Santi Pietro e Paolo.
Studiando i documenti, si scopre che nel 1488 venne introdotta nel monastero l’”Osservanza” e da questa scelta inizieranno nuove decorazioni e immagini, sia nel Refettorio che nella Chiesa. Quest’ultima nel frattempo venne divisa in due aule (una pubblica per i fedeli e una di clausura, detta “coro delle monache”).
L’ex refettorio ospita un interessante affresco datato 1512, una grande Crocifissione, di un anonimo maestro legato stilisticamente ad alcune botteghe milanesi, molto vicino a Giovanni Donato da Montorfano, che ai tempi lavorava a Milano sia per i Benedettini che per i Domenicani in S. Maria delle Grazie, di fronte al Cenacolo leonardesco. Molte affinità si notano tra lo stile di questo artista ancora sconosciuto e i lavori milanesi del Montorfano.
L’itinerario prosegue nella chiesa dove nel Coro delle monache si trova un ciclo quasi coevo: le Storie mariane, dalla particolare iconografia legata al ruolo delle Osservanze.
Nella Chiesa esterna si nota invece un’elegante veste settecentesca che caratterizza il presbiterio, l’altare maggiore e gli altari laterali: raffinati medaglioni a stucco impreziosiscono le superfici e le pale dell’altare completano questa riqualificazione barocchetta.
La novità di questo ambiente è una vera e propria scoperta avvenuta nell’ambito degli ultimi restauri (campagna condotta tra 1998-1999): dietro la pala dell’altar maggiore, una Crocifissione d’inizio ‘600, si nascondeva da secoli una pittura murale sconosciuta, una grandiosa Ultima Cena di sapore tardo-manieristico. Essa è stata dopo soli due decenni coperta con un’altra opera: la famosa pala di Daniele Crespi oggi alla Pinacoteca di Brera, raffigurante lo stesso soggetto. Questa pala del Crespi è stato uno dei primi dipinti a giungere nel 1805 a Brera, nella costituenda Pinacoteca.
Qual è quindi la ragione di tale tempestivo e troppo precoce mascheramento? Il dibattito tra gli studiosi è in corso e in loco si potrà intanto ammirare questo capolavoro assolutamente inedito dell’arte lombarda.
Se molto è andato perso, buona parte dell’intero complesso monumentale è stato di recente restaurato. Oggi questo edificio è considerato uno dei più belli della Brianza ed è aperto a tutti coloro che hanno a cuore la conservazione dei beni artistici e culturali.